In The Box 15/09/2025 11:48

Il capobranco

LAROMA24.IT (AUGUSTO CIARDI) - Il prepartita di Roma-Torino è stato in tinta con la prestazione. Perché, ultimo in ordine di tempo dopo Gasperini e Ranieri, il direttore sportivo Massara a domande poco originali ha dato l'ennesima risposta su Sancho e ha ribadito il monotono concetto dei paletti UEFA e delle regole stringenti che rendono complicato il mercato della Roma. Come se non fossero bastati gli assist della scorsa settimana che hanno permesso ai media di trattare la Roma come un supermercato. A metà settembre la Roma è l'unico club si cui si parla in funzione del mercato del prossimo giugno. Un reiterato mettere le mani avanti.

La Roma ha commesso errori sul mercato, accumulati nella seconda metà di agosto, a prescindere dall'accordo di Nyon. Per le mancate entrate e per le mancate uscite. Gasperini voleva un esterno d'attacco di livello, un centravanti che sostituisse Dovbyk e possibilmente un altro centrocampista. E avrebbe salutato senza rimpianti, oltre all'ucraino, Pellegrini, Baldanzi, e non si sarebbe strappato i capelli in caso di cessione di Pisilli. Non è accaduto nulla di tutto ciò. Amen. Bastavano le dichiarazioni di Gasperini, che chiaramente ha detto di guardare avanti e che di mercato, esigenze e problematiche annesse, se ne sarebbe riparlato a tempo debito. Prima della partita ha parlato anche Ndicka, ma in questo caso trattasi delle classiche battute volanti dei calciatori. "La Roma ha sette-otto leader". Battuta volante. Sette leader non li hanno neanche il Real Madrid e il Paris Saint-Germain. Intendendo per leader i capibranco carismatici, magnetici.

Lasciamo stare la deriva dei leader tecnici. Dybala non è un leader, Soulé non è un leader. Perché il leader non è quello forte tecnicamente a cui tutti affidano il pallone. Gli affidano il pallone semplicemente perché è quello forte tecnicamente. Non era un leader neanche Messi. Maradona sì. La Roma negli ultimi quindici anni ha avuto pochissimi leader, e questo ha spesso rappresentato un problema. Per questo si affida agli allenatori carismatici. E ora deva affidarsi a Gasperini. E fidarsi di Gasperini. Anche se vive una giornata storta come ieri. Poteva fare scelte diverse ok, ma torniamo alle lacune di agosto. Ci fosse stato il famoso esterno sinistro di livello, Dybala avrebbe continuato a fare il dodicesimo uomo. Ha giocato titolare perché il titolare delle prime due partite, El Shaarawy, non ha convinto. E perché l'altra alternativa era Baldanzi, ma Baldanzi senza errori di mercato oggi giocherebbe (forse) il posticipo del lunedì con il Verona. Mentre ieri, da subentrato, ha mancato l'ennesima occasione per mettersi in mostra.

L'errore di Gasperini semmai è stato quello di rinunciare al centravanti. Ma la Roma non ha perso perché Gasperini ha sbagliato tutto. Gasperini ha fatto delle prove e la Roma se le poteva permettere, dopo le prime due vittorie. Nell'Atalanta capitava di vedere in panchina Zapata o Scamacca o Retegui per fare giocare De Ketelaere punta atipica, cosa che ieri avrebbe dovuto fare El Aynaoui. Serve tempo per gli automatismi ma Gasperini non soffre di fenomenite. Quindi la speranza è che non diventi bersaglio di critiche eccessive, perché ancora una volta la Roma deve aggrapparsi al suo allenatore. Che va seguito. Anche dalla dirigenza. E va seguito pure quando invita a non alimentare chiacchiere sul mercato appena finito e sul mercato che aprirà fra dieci mesi. E l'altra speranza è che i dirigenti, ascoltando le solite banali e ripetitive domande, la smettano di ricordare che Sancho, richiesto dall'allenatore, si è comportato male, e che ci sono i paletti dell'Uefa e le regole stringenti da seguire che rendono complicato il mercato della Roma. Lo abbiamo capito. Lo sapevamo già. Lo giuriamo.

In the box - @augustociardi75