La penna degli Altri 26/11/2009 10:04

Giannini: «Tridente tutta la vita»

Quanto al trio delle meraviglie, l’unico a non avere riserve è Giuseppe Giannini, artefice da allenatore del miracolo Gallipoli. «E’ un assetto – commenta il Principe – che si potrà senz’altro mettere di nuovo in pratica. Magari schierando Menez a destra e Vucinic a sinistra con centrale. Una sorta di 4-5-1 insomma, ma con caratteristiche molto più offensive. Non ho potuto vedere la partita con il Bari, ma se è andata come è andata vuol dire che la Roma con il tridente funziona. E’ un’idea che mi piace».

Piuttosto scettico è al contrario Ruggiero Rizzitelli, che domenica all’Olimpico ha assistito alla sfida con i pugliesi di Ventura: «Per stabilire se il tridente va bene o meno bisogna prendere in considerazione il sacrificio dei tornanti. La Roma ha preso tanti gol, mi sembra che sia l’unica ad averne sempre incassati in tutte le partite di questo campionato. Se fai tante reti, giocare con quei tre fenomeni fa sempre bene, è redditizio e dà anche spettacolo. Però bisogna salvaguardare la difesa e il centrocampo. Forse è un assetto tattico che può andar meglio all’Olimpico rispetto alle partite in trasferta. Poi lo adotterei di più con le squadre normali, o presunte tali, piuttosto che contro una grande. Se affronti una big è un discorso che diventa improponibile, già adesso ogni azione avversaria si rischia di prendere gol. Figuriamoci a giocare così contro una o un Inter. Domenica, ad esempio, grande tripletta di e va bene. Ma la Roma è stata fortunata, perché il Bari ha fatto molti tiri in porta e avrebbe meritato il gol».

Più o meno simile è il pensiero di Eusebio Di Francesco: «Possono giocare insieme solo se si sacrificano tutti e tre nella fase difensiva, solo in questo caso è un discorso che può avere successo. Poi dipende anche dall’avversario che hai di fronte di volta in volta».

A metà si colloca invece l’opinione di Sebino Nela: «Ho visto la partita col Bari. Buono il risultato ma il gioco non mi ha impressionato. Quando puoi fare affidamento su gente come , Vucinic e Menez, che sono tre campioni, tutto si può fare. Dipende da moltissimi fattori però. Ci vogliono i giusti equilibri, innanzitutto. Se questi si riescono a raggiungere allora un assetto a tre punte va bene, così come sarebbe altrettanto valido un . Altrimenti sarebbe  troppo rischioso».