La penna degli Altri 23/02/2010 08:35

E Ranieri si prepara al sorpasso

la . Guai a parlargli, in quei giorni, di personali rivalse nei confronti della sua ex squadra. Eppure, il sorrisetto sardonico mostrato in quel post partita a Torino, anche se dissimulato dalla consueta imperturbabilità,

tradiva e non poco la soddisfazione del tecnico per il “sassolino” che si era appena tolto.

 

Che lo ammetta o no, il prossimo con cui vedersela è quel Mourinho che da anni non perde occasione per attaccarlo. Passi per il “settantenne” affibbiatogli a suo tempo (a Ranieri, poi, che di anni ne ha appena compiuti 58 e allora ne aveva addirittura un paio di meno!): non è tipo, il tecnico romano, di offendersi per così poco. Diverso il caso se si parla delle “stilettate” che il portoghese continua a lanciargli, soprattutto quando si vede minacciato da vicino – almeno sul piano sportivo – com’è oggi. «La Roma è una società furba - aveva detto alcuni giorni fa il tecnico nerazzurro – perché piange sul mercato ma non vende i suoi giocatori». «E’ facile passare da Abramovich a Moratti», gli aveva fatto sapere Claudio Martello, alludendo alla possibilità di attingere a risorse finanziarie fuori da ogni portata. Ieri la controrisposta, affidata al proprio addetto stampa, Eladio Paramés, visto il silenzio cui Moratti ha obbligato i suoi: «A differenza di Mourinho, che sia al Chelsea sia all’Inter ha vinto molti titoli, il signor Ranieri è passato da Abramovich alla famiglia Agnelli senza vincere nulla». Ma guarda un po’. Premesso che il tecnico di Testaccio non ha certo bisogno di avvocati d’ufficio, vale forse la pena ricordare che Abramovich e Ranieri si sono incrociati a Londra una sola stagione, quella 2003/04, quando il tecnico raggiunse comunque la semifinale di e chiuse la Premier al secondo posto (miglior piazzamento di sempre, fino ad allora, dopo l’unico titolo di campione di Inghilterra vinto nel lontano ‘54/55, ndr). E soprattutto, non poté avvalersi delle campagne acquisti faraoniche che sarebbero state messe in atto solo dopo il suo addio e di cui usufruì invece proprio Mou.

 

Stesso discorso nel confronto a distanza tra Agnelli e Moratti. La squadra affidata a Ranieri dalla dirigenza bianconera veniva infatti dalla serie B e – al di là di Tiago, Poulsen e Almiron – non poteva certo permettersi i lussi da budget interista. E allora, se è pur vero che non vuole sentir parlare di rimonte-scudetto («Aggancio? No, sganciamoci subito da certi discorsi»), e si affanna a ripetere che «l’Inter è una squadra stratosferica», il tecnico romano al possibile sorpasso  i pensa, eccome. Tanto più che, tabellini alla mano, dalla terza giornata

in poi, l’uno, lo Special One, ha raccolto solo un punto più dell’altro (50 a 51). La sfida con l’Inter è proprio alla fine del curvone. E che lo ammetta o no, Ranieri, la mano sul cambio, e il dito sulla freccia, ce l’ha già pronti.