La penna degli Altri 16/02/2010 09:28
La città «frigge» nel sogno di una rimonta

Amarcord Ecco, la rimonta. È una parola che fa parte della storia romanista: ha dato un senso ad alcune stagioni, entrate nellimmaginario collettivo. Ci fu quella dei tempi erikssoniani, naufragata sul più bello, anzi su uno dei peggiori ricordi del tifoso giallorosso: 20 aprile 1986, Roma-Lecce 2-3. Appena sette giorni prima, i giallorossi vincendo a Pisa avevano agguantato la Juventus, azzerando uno svantaggio di 8 punti: con il sistema attuale, sarebbero 12. La Roma passò in vantaggio con Graziani, poi lex romanista Di Chiara pareggiò al 34. Largentino Barbas piazzò la doppietta tra 42 e 53 e solo all82 Pruzzo segnò il secondo gol. La Juventus vinse 1-0 con il Milan e ciao scudetto.
La rimonta più recente è quella spallettiana, due campionati fa, con la Roma che risalì la corrente, passando da meno 11 del 17 febbraio 2008 (Inter 59 punti, Roma 48) fino al più 1 alminuto 62 di Parma-Inter del 18 maggio: per unora, grazie all1-0 firmato da Vucinic a Catania, i giallorossi furono campioni dItalia. Tanti anni fa Ma anche in un passato molto lontano la Roma cercò imprese quasi impossibili. Nella stagione 1935-36, frenata in partenza dalla fuga di Guaita, Scopelli e Stagnano alla vigilia del campionato gli oriundi erano stati chiamati al servizio di leva e i tre scapparono , la Roma visse un bel finale di torneo grazie ai gol di un giovane prelevato da un collegio di Albano, Dante Di Benedetti. La Roma fu preceduta dal Bologna per un solo punto: 40 e 39.