La penna degli Altri 15/02/2010 09:38
La Roma dei venti

Questo per dire che poi i giorni sono meno, poco più di due mesi di attività agonistica. Un autentico ribaltone, proprio per i tempi strettissimi, voluto fortemente dal tecnico di San Saba. Che, partendo a settembre dallultimo posto in classifica e senza punti, adesso è secondo e insegue lInter campione dItalia. Senza dirlo, però. A fari spenti, come spesso amano sussurrare gli uomini del pianeta calcio. «Io punto al podio e no penso affatto allo scudetto. Mi andrebbe bene anche il terzo posto». «Non dobbiamo pensare allInter, vi assicuro che ho già aperto il fascicolo Panathinaikos e la mia testa è solo a quella partita».Cioè allandata dei sedicesimi di Europa League, giovedì sera ad Atene. Ranieri, nonostante il distacco dalla capolista sia diminuito di due punti, non si dichiara. Lascia leuforia ai tifosi. «E sono contento di vederli felici per i nostri successi».
Negli spogliatoi e durante gli allenamenti, è anzi severo con il suo gruppo di «bravi ragazzi». Li svegliò a Trigoria, dopo il successo di Firenze. Insistendo, poi, al termine della sfida con il Palermo, con un rimprovero. «Nelle due ultime partite abbiamo subito tanti tiri: dobbiamo correre ai ripari, prima che sia troppo tardi». E, in più di una circostanza, ricorda ai giocatori linizio di stagione. «Non dovete scordare dove eravate finiti».Neanche lui dimentica niente. «Nemmeno le bombe carta allinterno del nostro centro sportivo: nella mia carriera non mi era mai capitato» confida davanti alle telecamere di Canal Plus, intervista andata in onda ieri sera.
Prudente e misurato. Per forza. E il suo ruolo. Ma i suoi numeri da favola sono fatti e non parole. LInter e Mourinho, leggendoli, non possono certo star tranquilli. Nelle sue 31 partite da tecnico giallorosso, 21 le vittorie, 6 i pareggi e 4 le sconfitte. Collezionista di successi allOlimpico, 13 di fila. In casa, nessun pari e solo un kappaò, contro il Livorno. In un mese e mezzo del nuovo anno, appena 2 punti persi e nella stessa partita, la prima e unica pareggiata del 2010, a Cagliari e tutti ricordano come. Sono 9 le vittorie di fila, comprese le 3 in Coppa Italia con la Roma vicinissima alla finale del 5 maggio. Le 6 consecutive in campionato permettono di inquadrare nel mirino lInter capolista. «Sin dal primo giorno di lavoro ho capito che ero stato chiamato ad allenare una squadra forte. Al gruppo dissi di dimenticare il gioco di Spalletti, solo perché io volevo più organizzazione in fase difensiva. Chiedevo cose semplici. E da lì che sia o ripartiti. Oggi siamo belli e cinici», ammette Ranieri.
«E nello spirito questa Roma mi somiglia sempre di più». Già «testarda e testaccina» come il suo tecnico. Lo confermano le 12 rimonte e gli 8 gol last minute «perché questi ragazzi hanno capito che si devono mai arrende». Le cifre che stanno accompagnando la nuova Roma sono il frutto delladdestramento quotidiano. «Siamo una squadra» dice fiero Ranieri già da qualche settimana. «Ma dobbiamo continuare a lavorare per migliorare ancora». Il primo gol di Brighi, utile per sbloccare il risultato contro il Palermo, da un corner di Totti. Niente di casuale: delle 42 reti segnate dalla Roma, la metà, 21, nascono da palla inattiva. Il tecnico, dunque, non si limita allorganizzazione difensiva, ma guarda anche quello che accade davanti. Famosa la sua profezia nei suoi primi giorni a Trigoria: «Davanti un gol lo farete sempre ».
In 31 partite, a secco solo contro il Livorno e la Sampdoria in campionato e contro il Basilea in Europa League. Con la rete di Baptista al Palermo, sono 15 i romanisti andati a segno sino a questo punto del torneo e salgono a 19 se si contano anche i marcatori nelle due coppe. «Non basta quello che abbiamo fatto finora: bisogna sfruttare il momento per conquistare altri punti. Sono possibili grandi risalite delle nostre rivali, il campionato è ancora lungo» avverte Ranieri. Non si fida soprattutto della Juve che lo scaricò in primavera. «Lì non hanno apprezzato il mio lavoro, ma qui sto tanto bene».