La penna degli Altri 16/04/2010 10:03

Non più derby d'Italia ma quello dei veleni

Tra rivelazioni vere o presunte, si è scoperto persino un amore giovanile di Luciano Moggi per l’Inter: quella fede si è trasformata, da quattro anni a questa parte, in una furibonda questione personale, soprattutto - parole sue - nei confronti del presidente Massimo Moratti. Di certo, i sostenitori di Madama hanno già scelto da che parte stare per quanto riguarda l’emozionante corsa per il titolo: dalla parte della Roma. Domenica scorsa, le curve compatte hanno saluto con un boato le reti giallorosse all’Atalanta. Sembrava di stare in una succursale dell’Olimpico. Importante è non vedere trionfare la squadra di Mourinho, questo il desiderio accesso di parte juventina. Dimenticata la rivalità dell’epoca di Giampiero Boniperti e Dino Viola, il gol di Turone, la "questione di centimetri", Paulo Roberto Falçao "contro" Michel Platini, le "gomitate" tra Ciccio Graziani e Sergio Brio, il popolo della  riabbraccia idealmente quel galantuomo di Claudio Ranieri, adesso sì rimpianto.

Eccome! Aumenta, giorno dopo giorno, la schiera dei pentiti. Inter- non sarà più una poesia.


Ricordate "Domenica sportiva" di Vittorio Sereni? "Il verde è sommerso in neroazzurri / Ma le zebre venute di Piemonte / sormontano riscosse a un hallalì / squillato dietro barriere di folla. / Ne fanno un reame bianconero. / La passione fiorisce fazzoletti / di colore sui petti delle donne. / Giro di meriggio canoro, / ti spezza un trillo estremo. / A porte chiuse sei silenzio d’echi / nella pioggia che tutto cancella". Adesso: solo slogan di rabbia, non ci sono colori, le parti si detestano, non si sopportano, i tam-tam hanno suoni inquietanti. Gianluigi Buffon e Fabio Cannavaro, quelli della "vecchia guardia", quelli che non hanno dimenticato e mai dimenticheranno gli scudetti tolti, hanno promesso la vittoria. Vogliono fermare l’Inter, confezionare un regalo ai romanisti, al loro vecchio allenatore, agli amici in azzurro, da a Toni.

Vogliono prendersi la rivincita dove veramente conta: sul campo. Per dimostrare di essere ancora forti, proprio come in quell’estate del 2006, quando si videro condannati alla B e, con la forza dell’orgoglio e del carattere, andarono a conquistare il mondo della fantastica e indimenticabile notte di Berlino. Vogliono disputare il match della volontà, del riscatto. Sarà, per i ragazzi di Zaccheroni, come una finale. La finale della dignità.