La penna degli Altri 05/05/2010 12:51

Finale bollente

La culla d’oro è il nuovo tormentone di un tecnico che non si nasconde nemmeno quando sarebbe fin troppo facile dire urbi et orbi che il suo futuro sarà ancora nerazzurro. «No, non posso dirlo. Non so se resterò all’Inter al cento per cento perché - sussurra Mourinho - nel calcio non si sa mai». Apriti cielo! La finale di Coppa Italia come una delle ultime quattro partite del portoghese sulla panchina interista? Il club, per ora, si tappa le orecchie, ma indiscrezioni raccontano di un Moratti già impegnato in un giro d’orizzonte per non farsi trovare impreparato qualora Mou facesse le valigie (destinazione Real): ci sarebbero stati dei sondaggi per capire le volontà di Fabio Capello, attuale ct inglese. Dalla culla d’oro alla sindrome che colpirebbe, secondo lo Special One, i portieri avversari quando a tirare sono i giocatori della Roma. «Ho vinto cinque campionati e mi dicevo voglio vincerne uno giocandomela fino in fondo. Sbagliavo, meglio trionfare con 15 punti di vantaggio perché domenica sera all’Olimpico contro la Lazio ho vissuto una partita di grande sofferenza: se non vincevamo, avremmo perso lo scudetto. Noi in campo con gli uomini contati, la pressione addosso e la guerra calcistica di , mentre altri si riposavano al sole di Roma: quando i portieri giocano contro di noi, fanno cose incredibili come Muslera che in tre partite contro l’Inter non ha sbagliato niente. Quando tocca alla Roma ecco che i portieri avversari si fanno prendere dalla sindrome coreica, un tiro un gol....». Mou mima il gesto incrociando le mani in cerca di un pallone che è già in rete: coreica, ovvero mancanza di coordinazione, è il secondo, nuovo, tormentone dello Special One (la coreica è una malattia ereditaria che si manifesta con la goffaggine).



Inter-Roma si presenta, dunque, come la notte della paura. Paura di incidenti e timori per quelli che saranno gli atteggiamenti in campo dei protagonisti. Ranieri si è fermato in difesa: «Stimo Mourinho e ai nostri tifosi dico di venire allo stadio per una festa», precisa il tecnico di Testaccio. Mourinho va all’attacco: «In nessuna parte del mondo ti capita di disputare la finale della coppa nazionale sul campo di una delle due finaliste: la Roma dovrà solo cambiare la panchina, lo stadio è il suo. Gli interisti verranno qua con il sorriso perché solo la generazione che oggi ha sessant’anni ha vissuto un momento migliore di questo. Paura di finire a zero tituli? Nessuna perché - chiosa Mourinho con un’allusione alla - quando non vinci niente diventa un dramma solo se termini la stagione a venti punti dalla prima non se arrivi a giocarti tutto in finale».

Ranieri contro Mourinho: la sfida finale è servita. «Non gli piace il calcio italiano? Sono d’accordo», così il romanista. «Se si buttano per terra e rimaniamo in dieci, non ci sarà problema, siamo abituati», così il nerazzurro. E la culla d’oro della Sensi? Nessuna replica a Mou, ma a Lotito. «Le provocazioni pre derby sono state della Lazio. E, poi, Lotito non aveva invitato tutti a guardare ParmaRoma? Aveva proprio ragione...», l’ironia presidenziale.