La penna degli Altri 28/09/2010 09:49
«Roma, basta con le sorprese»

Il richiamo del tecnico di San Saba ci sta tutto. La Roma è ultima nel gruppo E, dopo il primo match, quello perso a Monaco il 15 settembre. E la chance del turno casalingo va sfruttata: «Bisogna vincere e basta. Dobbiamo batterli per andare a tre punti e continuare sulla strada intrapresa ultimamente». E, aggiungiamo noi, per comportarsi da grande contro le piccole, cosa che non è successa nelle prime quattro gare di campionato: solo 2 punti contro il Cesena, il Cagliari, il Bologna e il Brescia. Pochissimi.
«Non è una gara decisiva, ma molto delicata». Ranieri fa bene a insistere. Perché il successo di sabato sera contro lInter aiuterà la Roma che, però, non può permettersi altre pause dopo lavvio disastroso, solo una vittoria nelle sette partite ufficiali: «Ora i giocatori hanno più convinzione, i tre punti contro i nerazzurri hanno ridato loro la speranza che stavano perdendo per la serie di risultati negativi. Hanno sofferto in quel periodo, ma lottando sono riusciti a ottenere quanto volevano. In coppa, però, siamo chiamati subito a ripeterci. Con maggiore serenità e con la stessa attenzione dellultima gara. E sapendo quanto i nostri tifosi tengano allEuropa». Non sono solo parole. Si riempirà almeno metà Olimpico: i 18.000 abbonati avranno, nella circostanza, lingresso gratuito e a loro bisogna aggiungere i circa 15.000 che hanno acquistato i tagliandi nella prevendita.
Spesso nella sua carriera, soprattutto quando era al Chelsea, Ranieri ha vissuto momenti delicati. Sicuramente peggiori di questo. Perché a Trigoria nessuno ha mai osato discuterlo come accadde con Abramovich a Londra e con Blanc a Torino nellavventura tribolata con la Juve. Rosella Sensi anche ieri era al suo fianco, alla vigilia del debutto casalingo in questa Champions. Lallenatore si augura che il peggio sia alle spalle: «Vorrei che la Roma già volasse. Pensiamo, comunque, positivo: siamo entrati finalmente nella dimensione del campionato, ma non possiamo dimenticare linizio amaro. Dobbiamo stare attenti contro il Cluj: loro pressano alto e ripartono veloci». Anche per questo è contrario a un turn over esagerato: Pizarro ha una leggera contrattura e nemROMA Dicono, pensando, erroneamente, di fare il bene della Roma: non esiste un caso Totti. Perché? Perché, dicono sempre, ci sta che un allenatore possa sostituire un giocatore, in fin dei conti è pagato per questo. E la tesi dingenui pacifisti: un problema, quando cè, deve essere portato sotto i riflettori e risolto, in una maniera o nellaltra. Lasciarlo in caldo, sotto la cenere, è pericoloso: prima o poi ritorna ad essere ciò che era: un fuoco.
Non siamo guerrafondai, ma realisti. E da realisti, sosteniamo questo: 1) Totti ha fatto ieri trentaquattro anni (augurissimi e figli maschi); 2) non è un giocatore qualsiasi, ma da sempre il capitano; si tratta, se Bruno Conti è daccordo, del miglior calciatore della storia giallorossa; ha raccolto un mare dinfortuni giocando con la Roma; ha rifiutato contratti doro da parte del Real e altri per rimanere a Trigoria; non è stato sostituito una volta, ma tre; è rimasto inizialmente in panchina in occasione della finale di Coppa Italia (calcio a Balotelli); sabato, quando è uscito, è cresciuta lInter, non la Roma; nel momento del gol giallorosso, il sostituto di Totti era Baptista, mentre Vucinic (il velocista ranieriano) giocava al posto di Borriello.
Conclusione, in linea con quanto uscito sul sito di Totti: Francesco non può essere un problema per la Roma. Affermazione equivocata. Intendeva Totti: se sono un problema, ditemelo e me ne vado. LAtletico Roma, pensiamo, sarebbe felicissimo di accoglierlo. Così come altri club italiani o stranieri. In sostanza: come sempre, ci vuole chiarezza e le cose vanno dette in faccia.
Rosella Sensi attualmente ci sembra più numero uno dei tifosi, che presidentessa. Ci rivolgiamo dunque a Montali e Ranieri. Il primo, nella sua veste di ottimizzatore delle risorse umane, è invitato, appunto, a ottimizzare il rapporto tra tecnico e capitano. O a pessimizzarlo definitivamente. Ranieri si esprima a mente fredda e cuore aperto. Non cè niente di grave ed è già successo che un grande giocatore abbia detto addio. Ciò che conta è saperlo.
A Torino, Del Piero (è ancora il più bravo della Juve) venne supportato da un giornale sportivo, che spinse Ranieri ad alzare bandiera bianca. Qui non succederà niente, Totti non chiamerà a raccolta truppe e non chiederà veleno per topi al farmacista. Chinerà la testa, ringrazierà, darà calci a un altro pallone sino a quando il fisico glielo permetterà. Ha sempre detto che sarebbe stato lui a decidere il giorno delladdio, che non è quello del trentaquattresimo compleanno: sta ancora bene e si vede. meno Cassetti sta bene. Pronti Brighi e Cicinho. In avanti, accanto a Totti, Vucinic per Borriello, dietro Mexes per Juan. Quattro cambi, dunque. Pure troppi, conoscendolo.
Torna di sfuggita sul caso Totti: «È integro e forte. Non è vero che non lo ritenga in grado di finire le partite. Laltra sera stava giocando bene, era un punto di riferimento, ma vi ho già spiegato il motivo del cambio. Per me Totti, come gli altri, è un calciatore di affidamento al cento per cento». In attacco ancora non ha una coppia ideale: «Non potrei averla scelta, hanno giocato poco tra loro». Ed è contento di avere addirittura sette punte. «Per un allenatore è dura se non ha scelta e non quando ha diversi uomini sui quali puntare. In difficoltà sono i giocatori: loro devono capire che un tecnico decide sempre per il bene della squadra».
In mattinata il Cda ha approvato il bilancio, chiuso al 30 giugno 2010 con un rosso di 21,8 milioni di euro.