La penna degli Altri 08/10/2010 10:34

De Rossi-Mauri fratelli d’Italia sino al derby

GASPORT (M. CECCHINI)

Il patto - Ai lati di Andrea Pirlo, infatti, toccherà a al giallorosso e al laziale Stefano Mauri supportare la mediana e lanciare il tridente spurio composto da Pepe, Borriello e Cassano. Come dire, un derby da accantonare almeno per tutto questo spicchio d’azzurro, perché sancisce come la Nazionale abbia una potente iniezione romana. Insomma, dal tris mondiale , Perrotta, siamo passati a questo terzetto meno nobile composto da , Mauri e Borriello. Altri tempi, altri giocatori, tra l’altro con una storia assai dissimile fra loro. Il ritorno Se il giallorosso ha alle spalle 68 convocazioni, 60 presenze e 10 gol all’attivo, il laziale è un cavallo di ritorno che finora in azzurro ha masticato solo 10 convocazioni, 6 apparizioni e nessuna rete. Come dire, solo un inizio di campionato sontuoso - da leader di una Lazio capolista a sorpresa - ha trascinato in azzurro un giocatore che sembrava essere stato accantonato con troppa fretta a certi livelli. «Per questo è stata una gioia enorme tornare nel giro azzurro - ha detto due giorni fa - e adesso farò di tutto per rimanerci e dimostrare che merito questo livello». Tra l’altro, il destino lo investì del suo esordio in azzurro cinque anni, in un match contro l’allora Serbia Montenegro finita 1-1. Tra quattro giorni, l’Italia sfiderà di nuovo la Serbia e Mauri cercherà di recuperare il tempo perduto, per dimostrare che trent’anni possono essere l’inizio anche di una seconda giovinezza. Il senatore invece è quello che è: un punto fermo da 6 anni a questa parte. In questi giorni si è tenuto fuori dalla bufera giallorossa i cui echi sono arrivati fino a Coverciano, ma per ora ha scelto la linea del silenzio.

Adesso è tempo d’Italia, ma ha già capito come, tornato a Trigoria, la sfida contro il dovrà essere preparata come se fosse una finale di . In questo momento di crisi, persino il pensiero di rimontare una Lazio capolista scivola in secondo piano. «Primum vivere, deinde philosophare», dicevano i latini. Gente che vedeva Roma come capitale di un impero da esportazione. In piccolo, è quello che Mauri e proveranno a fare anche stasera.