La penna degli Altri 21/10/2010 11:18

Quei 101 gol mai dimenticati

Perfino i gol rivelatisi inutili li portiamo con noi, perché ci diedero attimi di esaltazione che nemmeno la cattiva sorte ha potuto cancellare: ancora Pruzzo contro il Liverpool nella finale di coppa dei campioni (1984), Rizzitelli in quella di coppa Uefa con l’Inter (1991), e via rimpiangendo. Oppure le reti superflue, come il quinto di gol di alla Lazio nel derby dell’1-5, quel pallonetto meraviglioso e la sua corsa sotto la Sud, per mostrare la scritta «6 unica»: lui s’era appena innamorato di Ilary, noi lo eravamo già di lui, e da quella sera un po’ di più. Per un gol che non cambiava una partita già ampiamente vinta con le quattro reti di Montella.

Tutto questo rievoca il libro (Newton Compton editori) che Patrizio Cacciari ha dedicato ai 101 gol che hanno fatto la grande la Roma, un’antologia che va dalla prima segnatura ufficiale (25 settembre 1927, Roma-Livorno 2-0, Ziroli) fino alla punizione di Vucinic che fissa l’1-2 sulla Lazio nell’ultimo derby giocato, 18 aprile 2010. Ottantatre anni di storia e di esultanze, accompagnate da un’atmosfera che ciascuno può rivivere o scoprire, a seconda dell’età e dei ricordi.

C’è la celebrazione della prima rete di Bruno Conti in maglia giallorossa e c’è un gol sottratto alle statistiche, quello di Turone alla ingiustamente annullato, 19 maggio 1981: una gioia strozzata, un furto che sottrasse alla Roma un probabilissimo scudetto ma aggiunse rabbia e consapevolezza a una squadra già grande che di lì a poco sarebbe diventata grandissima. Ce ne potrebbero essere altri cento e cento ancora, di gol da raccontare, ma già questi bastano a far capire perché, come ha ammonito uno striscione della , «chi tifa Roma non perde mai»