Oronzo Pugliese non era Luis Enri­que, ma aveva an­che lui i suoi saldi princìpi, che sapeva colorire con battute pittoresche. Una di queste recitava: « Peppe per Peppe, mi tengo il Peppe mio » . Per dire che certe operazioni di mercato possono ri­velarsi superflue e persino pericolose. A meno che la nuova Roma, la Roma degli americani, abbia ur­gente bisogno di fare soldi. E allora tutto il castello, che stiamo sognando di poter edificare, poggereb­be sulle nuvole. Spe­riamo non sia questo il caso.

Anche perché i no­mi che finora sono stati fatti per arric­chire la nuova rosa rappresentano tutti una scelta convin­cente e dimostrano quali frecce abbia nel suo arco l'attivis­simo Sabatini. E ci dicono quanto sa­ranno utili le sue co­noscenze adesso che la Roma intende se­guire gli itinerari che portano alla costru­zione di una squadra giovane e tecnica­mente ambiziosa, venendo così incon­tro alle esigenze di un pubblico il cui pa­lato è stato abituato bene e non solo dalle più raffinate inven­zioni di Totti. Ma perché la Roma sia capace di un collet­tivo all'altezza delle sue ambizioni, non bisogna rinunciare ai giocatori che ne hanno arricchito l'erario tecnico.

L'esperienza dura di questi ultimi cam­pionati ha insegnato a tutti che è difficile uscirne fuori. E' stato difficile anche per i giocatori migliori (anche per Totti) che hanno avuto i loro momenti di crisi. Ma se la squadra resterà competitiva, saran­no i primi a risalire.