La penna degli Altri 08/06/2011 10:50

Velocità, possesso e tagli. Ecco il 4-3-3 stile Barça

MODULO - Luis Enrique è stato perfetto nel­l’applicazione del modulo catalano e boe­mo. Il suo B lo ha applicato, fat­te le debite proporzioni, come la prima squadra, partendo dal presupposto che la miglior difesa è l’attacco, puntando alla re­te avversaria come un’ossessione. Non è un caso, quindi, che la squadra di Lucho abbia stabilito il record di gol nella Segunda, gio­cando in casa e in trasferta sempre alla stessa maniera, puntando sulla preperazio­ne atletica per poter avere in campo undi­ci giocatori in grado sempre di spingere al massimo. Se avete seguito, e pensiamo di sì, il del Pep, è come se aveste visto pure la squadra di Luis Enrique, per­ché lì la filosofia è la stessa a tutti i livelli, si deve puntare a giocare bene, non sareb­be accettabile, da quelle parti, vincere gio­cando male. La nuova Roma, almeno nelle intenzioni, dovrà ripercorrere la stessa strada, pur nella consapevolezza che da noi si gioca un calcio parecchio diverso da quello praticato nella Liga dove, al contra­rio di qui, a un giocatore viene dato il tem­po di stoppare, girarsi e guardare, mentre in Italia uno ha sì e no il tempo di stoppa­re prima di sentire il fisico del difensore avversario. Un esempio esplicativo è quel­lo di Julio Baptista, qui a Roma considera­to un ex, trasferitosi a Malaga dove ha se­gnato nove reti in dieci partite trascinando il club spagnolo a una salvezza che sem­brava quasi impossibile.

PALLA - Il concetto di fondo della nuova Ro­ma sarà quello di andare a cercare il pal­lone, sempre e comunque, meglio ancora se nella metà campo avversaria dove, ru­bandolo, è poi più rapido puntare la porta avversaria. Fateci caso quando gioca il A o il B, è difficile che intorno alla palla non ci siano almeno cinque giocatori, un concetto che ha anche un altro vantaggio. Cioè la facilità dei pas­saggi e quindi un possesso palla migliore. A qualsiasi calciatore, infatti, anche quel­lo tecnicamente meno dotato, se gli chiede­te un passaggio di cinque- dieci metri, ne sbaglierà pochi, al contrario ne fallirà pa­recchi se sarà costretto al lancio lungo o al passaggio più lungo. Velocità, possesso palla, sovrapposizioni, esterni in grado di fare bene entrambe le fasi per poter garan­tire la supriorità numerica, elemento fon­damentale per poter puntare con continui­tà alla porta avversaria, sarà tutto questo la nuova Roma che sin dal ritiro a Riscone di Brunico dovrà cominciare a cambiare ra­dicalmente il modo di giocare.

ESTERNI - In un modulo del genere non è difficile capire come un ruolo decisivo lo abbiano i quattro esterni, i due della linea difensiva a quattro e i due del tridente che saranno chiamati a un ruolo di copertura costante. In questo senso toccherà a dare a Luis Enrique i giocatori adatti per il suo modulo, visto che per ora nella rosa giallorossa di esterni ce ne sono pochini (chissà che non torni Guberti, per esempio). I due esterni offensivi saranno chiamati a molti tagli con il centravanti, cioè , che dovrà servirli sulla corsa. Per il capitano, uno dei pochi che conosce il modulo quattro-tre-tre, sarà un cambia­mento rispetto agli anni zemaniani quando il boemo lo utilizzò da attaccante esterno.