La penna degli Altri 03/09/2011 11:10
Il Capitano aspetta Baldini

Finché cè silenzio si tengono insieme tutte le possibilità, soltanto che con uno come Sabatini che ci mette la faccia anche sullo stop di petto di un suo ex allievo nazionale (una delle sue metafore, uno dei suoi fiori dialettici) prima o poi la questione dovrà venire sradicata, masticata e finalmente sputata. Magari con un sorriso. Perché in attesa dellarrivo di Baldini - che dovrebbe avvenire in anticipo anche sul suo stupore - Totti ha scelto di fare la cosa che poi tutti gli dicono di fare e che poi lui ha sempre fatto: lavorare, cioè giocare a calcio. La sostituzione con lo Slovan ha fatto male per il contesto, perché era quasi oggettivamente un abbaglio, perché cera quel contesto damore di uno stadio della Roma pieno, e soprattutto perché veniva al termine di unestate calcistica battezzata da quellintervista del direttore generale su Repubblica. Sembrava iscriversi in una recente ma ben già radicata tradizione di ostracismo. A Totti sembra ancora di vivere in un contesto dove non tutti lo considerano quello che è. Poi Totti è Totti, e con Luis Enrique dal punto di vista tecnico si prende eccome. Totti è anche contento di comè andata la campagna acquisti, magari la rosa è troppo ampia ma per uno che per anni ha chiesto campioni non è un problema. Totti è sempre Totti, cioè quello che ha raccontato Sabatini, mica solo ieri. Il sole che dilaga sui tetti di Roma, il campione che si ricorda della carezza della sera e dellautografo del ragazzino. Totti non è mai stato un arrogante. Non lo è nel dna. E un timido, sa il valore delle cose. Sono cose di famiglia. Totti adesso avverte sensazioni diverse e vuole fare bene la tara. Alla fine in fondo basterà solo parlare. Lanno scorso quando arrivò con Montella rimase in panchina alla prima a Bologna, in quella decisiva a Donetsk, e uscì in quella dopo ancora col Parma. Non disse niente. Magari questo è lo stesso silenzio.