La penna degli Altri 17/10/2011 10:51
DiBenedetto deluso, ma convinto

Arrivato alle 16 a Fiumicino con un volo Vueling proveniente da Malaga dove sabato è stato impegnato in affari personali, è stato subito assistito da tre agenti in borghese della Polaria che lo hanno accompagnato fino alluscita del Terminal 3 dove ad attenderlo cera una berlina che lo ha accompagnato in albergo prima e allOlimpico poi. DiBenedetto è entrato allo stadio intorno alle 19.30. Con lui lambasciatore americano ma non James Pallotta: il manager statunitense sarebbe voluto essere allo stadio per la sua prima partita da quando è tra i soci che hanno acquistato lAs Roma, ma è rimasto bloccato negli States da uninfluenza. Si è comunque informato sul risultato del derby ed è rimasto, ovviamente, dispiaciuto per il risultato finale. AllOlimpico non cera neanche Joe Tacopina, ma la sua assenza così come quella del ds Sabatini era prevista. Completo scuro, camicia celeste e cravatta rossa, DiBenedetto ha messo piede in tribuna autorità alle 20.34, cinque minuti più tardi è stato salutato da Claudio Lotito, presidente della Lazio che, almeno ad uno e consumo delle telecamere, si è comportato da perfetto padrone di casa.
Con Lotito linseparabile Igli Tare, anche lui protagonista di una stretta di mano col presidente romanista. I maxi schermi dellOlimpico lo hanno inquadrato spesso: applausi, come prevedibile, dalla Curva Sud, fischi, invece, dal lato opposto. Nulla che, comunque, abbia in qualche modo toccato il presidente giallorosso. Durante la partita DiBenedetto è rimasto impassibile, al gol di Osvaldo ha accennato un sorriso mentre al momento del pareggio di Hernanes e, soprattutto quando ha segnato Klose allo scadere, è rimasto immobile. Il suo volto però era tutto un programma. Di arbitri e arbitraggio non ha voluto parlare, così come Luis Enrique.