La penna degli Altri 18/10/2011 09:42
Roma senza certezze: "Il ko ci farà bene"

La Roma si interroga sui motivi del tonfo di domenica e trova poche risposte certe, se non la constatazione che «questa sconfitta ci farà bene». Lo dice convinto Sabatini, parlando urbi et orbi il giorno dopo il derby per riparare allassenza totale di dirigenti davanti alle telecamere nel post-partita. «Non ero allo stadio per scaramanzia - spiega il ds - perché non cero né col Parma né con l'Atalanta e abbiamo vinto. Heinze mi ha fatto notare questa cosa e lho seguito. Mi è dispiaciuto perché quando si perde i dirigenti devono essere presenti». A Trigoria se ne aggiunge un altro, il più rappresentativo tra quelli scelti da DiBenedetto, ripartito ieri mattina per la Spagna: Franco Baldini arriva oggi a Roma per il trasloco nella sua nuova casa in centro, domani prende possesso della stanza da direttore generale al «Bernardini» e giovedì si (ri)presenta al popolo romanista in conferenza stampa.
Baldini si materializza nella settimana più difficile e ha subito il suo bel da fare: se il confronto con Totti non fa più paura, il rinnovo di De Rossi ha preso invece una deriva pericolosa. Intanto tocca a Sabatini difendere un gruppo che si lecca le ferite. «Sono orgogliosamente il ds della Roma, soprattutto quando si perde. Ma le sconfitte ci insegnano a vincere. Ho visto una partita valida, soprattutto nel primo tempo, ma a tratti anche nel secondo in inferiorità numerica. Ho riguardato la gara - spiega a Roma Channel, Sky e Radio Manà Sport - e labbiamo onorata fino in fondo, a tratti anche in modo eroico: ai miei giocatori dirò "grazie". Abbiamo commesso degli errori, Kjaer qualcuno di troppo dopo un buon primo tempo, ma va tutelato perché è un nostro patrimonio. Le ferite sanguinano, ma le curiamo e ripartiamo subito: cercheremo di vincere quattro-cinque partite».
Sarà un fine ottobre dinferno: Palermo domenica, tre giorni dopo trasferta in casa del Genoa, sabato 29 il Milan. «Se riusciremo ad incanalare bene questa rabbia, faremo bene da subito - dice ancora il ds - questo è un gruppo di ragazzi veramente straordinari». Professionisti sì, ma non ancora una squadra. «Luis Enrique è un tecnico straordinario e si sente a metà del guado. Ci sono alcuni margini da colmare, questo succederà in fretta. Se poi servirà qualcosa, sarà responsabilità mia andare sul mercato».
Il derby ha messo a nudo nuovi e vecchi difetti di questa Roma in costruzione. Gli avversari, per esempio, hanno capito che pressando De Rossi le complesse trame giallorosse si interrompono sin dallinizio. La difesa, poi, continua a mostrare pericolose crepe. Non cè ancora una coppia di centrali «fissa», la rotazione non sta portando frutti e ora il reintegro di Juan diventa essenziale. Già domenica con il Palermo il brasiliano potrebbe avere una chance. Cè pure chi come José Angel non ha alternative ma lo spagnolo dopo un buon avvio di stagione sta mostrando tutti i suoi limiti tattici e di personalità. A centrocampo solo De Rossi e Pjanic sono punti fermi, per gli altri è un continuo alternarsi tra tribuna, panchina e campo. E questo non aiuta a costruire una Roma affidabile. Meno male che cè Osvaldo, ultimo eroe insieme ad Heinze ad arrendersi sul campo di battaglia. Qualcuno gli rimprovera lincauta maglietta-sfottò esposta troppo presto, ma se continua a segnare con questa frequenza presto metterà daccordo tutti.