La penna degli Altri 23/02/2012 09:29

Baldini: «Transizione? Macché»



Neanche una settimana fa Luis Enrique, interpellato su questo argomento nella conferenza stampa alla vigilia di Roma- Parma, si espresse così: «Dico che quello che vedo è un livello basso rispetto alla prima squadra. Diventa un passo importante e la distanza è troppa. È un pensiero mio, non faccio nessuna richiesta, mi piacerebbe che giocassero in uno stadio contro avversari di livello. Per loro è molto meglio competere in un calcio vero ». Insomma alla Roma non dispiacerebbe avere una squadra B dove poter far giocare i propri giovani in campionati di livello superiore alla Primavera. Ma come ha detto Baldini «sono i vertici delle varie Leghe che devono pensare ad un formato ».



In serata il giallorosso, Franco Baldini, ospite della cena sociale del
"Roma Club Montecitorio" ha risposto alle domande dei cronisti presenti: «Le dimissioni di Reja? Non posso dare un giudizio su una cosa che non c’è, le dimissioni prima sono state rassegnate, poi respinte, tanto è vero che l’allenatore è partito per Madrid. Su Reja posso dire che è un’ottima persona». Successivamente il dirigente giallorosso ha risposto così a chi gli chiedeva se Roma e Lazio avessero due modi diversi di intendere un club di calcio: «Non voglio entrare in questo, ognuno fa il suo lavoro, non entro in un contesto che non conosco». In giornata si è parlato molto del deferimento di per fatti avvenuti ai tempi di Palermo. Su questo Baldini ha precisato: «Il deferimento di è un deferimento formale, non sostanziale. Non siamo assolutamente preoccupati in alcun modo. Rinnovo? Non c’è mai stato nessun problema in questo senso. Il problema non è che se continuerà a lavorare nella Roma, il problema sarà quanto continuerà a vivere se fumerà sempre così (ride, ndr)». Baldini, durante la serata, ha preso la parola rivolgendosi alla platea del Roma Club: «Non abbiamo mai parlato di anno di transizione, proveremo a lottare per il terzo posto. La squadra ha bisogno di tempo ma sta crescendo, non rinunciamo a lottare. L’impazzienza del successo è garanzia di insuccesso»