La penna degli Altri 06/03/2012 09:16

Il miraggio del progetto ci rovina

Che diavolo di progetto ha in mente Luis Enrique, se la sua «fase difensiva» equivale a lasciare la porta di casa aperta quando vai in vacanza a Ferragosto? Questo Euclide asturiano, alle prese con geometrie che fanno vacillare la mente, questo Eraclito iberico, che finora ci ha mostrato solo frammenti del suo vertiginoso pensiero, questo Fidia spagnolo intento a disegnare splendenti e inedite architetture, insomma questo tecnico prelevato dal B si rende conto che nel calcio italiano giocare così «alti» significa farsi infilzare come tordi? Chi crede di avere, nella rosa? Puyol e Piqué? No, deve contentarsi dei «suoi» José Angel e Kjaer, ormai: il primo sembra uno che corricchia a Villa Ada con la palla rubata a un ragazzino, e di quando in quando si volta per vedere se gli amici con il fumo e il chinotto l’hanno seguito; il secondo è di sicuro un metallaro in incognito, comprato a prezzi di realizzo a qualche raduno dell’Harley Davidson. Quando un progetto è inapplicabile, si ridisegna subito il futuro. L’anno scorso, di questi tempi, a Trigoria giubilarono Ranieri e diedero le chiavi della squadra a Montella, che in una manciata di partite dimostrò quel che valeva: infatti ora è a Catania, e rischia di finire proprio alla Lazio.

Al Chelsea, i vaniloqui dello sborone Villas Boas (un altro dei fenomeni indicati da Baldini) sono stati stoppati in corsa dal paperone russo. Via subito l’asturiano: e in attesa di un «qualsiasi» Mazzarri o Guidolin o Pioli, di sicuro adesso farebbe meglio anche Woody, uno cui non manca la visione delle cose. E il senso del limite.